La scelta della prima personaità ad essere descritta in questa categoria di articoli è stata abbastanza combattuta ma alla fine sono giunto alla conclusione di affrontare una persona a molti sconosciuta: Pierluigi Zappacosta.
L’ing Zappacosta, come si intuisce facilmente dal cognome è un imprenditore italiano ed anche se il suo nome non è popolare come quello di altri suoi colleghi (primo tra tutti Steve Jobs) sono sicuro che almeno una volta nella vita tutti noi abbiamo utilizzato uno dei prodotti realizzati dalla sua azienda: la Logitech!
Purtroppo anche sul web la biografia di Zappacosta è piuttosto scarsa tanto che la sua pagina su Wikipedia italiana conta veramente pochissime righe, per questo riporto quanto contenuto nel sito “Emigrazione Abruzzo”
Il suo nome è indissolubilmente legato a un piccolo, eccezionale “topo”, capace di trasformare la vita di milioni di utenti del computer e all’azienda che lo ha commercializzato: la Logitech.
La storia di Pierluigi Zappacosta, “inventore” della Logitech, azienda leader nei sistemi periferici per computer (mouse, webcam, e quant’altro si collega al terminale), inizia in una tranquilla città abruzzese, Chieti, e nel liceo classico Giambattista Vico. Nel ragazzo che siede tra i banchi i versi di Catullo di alternano ai sogni matematici di Pascal. E al termine del ciclo superiore, Zappacosta opterà per la seconda passione iscrivendosi alla facoltà di Ingegneria elettronica. Sarà la scelta giusta. Laureatosi nel 1977 con voti brillanti, partirà alla volta degli Stati Uniti per seguire i corsi di un master dell’Università di Stanford.
Zappacosta approda nella calda California nel momento giusto. Sono gli anni di Steven Jobs e della Apple, gli anni di decine di imprese ad altissimo contenuto informatico operanti nella mitica Silicon Valley. L’abruzzese approda nell’alveo fecondo del capitalismo, negli anni d’oro dell’industria elettronica, e respira il clima frizzante della Stanford, dove decine di studenti si allenano nella palestra dell’informatica: far loro c’é Andreas Bachtolsheim, ( Sun Microsystem ) e Daniel Borel. Saranno loro i compagni di avventura di Zappacosta, deciso a cavalcare la tigre dell’elettronica.
L’ex liceale innamorato della Divina Commedia inizia la sua personale strada investendo nell’occasione della sua vita soltanto mille dollari e partendo con vari progetti , tutti altalenanti nella fortuna.
La sua vita personale prende invece una piega felice. Pierluigi si sposa con Enrica D’Ettorre, compagna di liceo e altrettanto motivata nella ricerca. E grazie al suo amore, Zappacosta riesce a vivere al meglio gli anni incerti della sua neonata azienda.
Sarà il 1981 l’anno della svolta. E dell’incontro fondamentale con i giapponesi della Ricoh. Grazie alla lungimiranza dei manager del Sol Levante, il teatino si trasferisce stabilmente a Palo Alto, nella Silicon Valley, e riprende il progetto Logitech. Finanziato con due milioni di dollari.
Arricchito dall’ingresso in società dell’amico Giacomo Marini, la Logitech inizia a prendere vento e poi grande forza soprattutto nel 1984. Anno in cui Zappacosta rispolvera una vecchia invenzione di Doug Engelbart : una periferica da collegare al terminale e da muovere attraverso segnali analogici. Gli italiani intuiscono le potenzialità di quel brevetto e lo trasformano in un oggetto di uso comune: nasce in quest’anno il mouse, che insieme allo scanner, diventano accessori dello straordinario MAC della Apple.
La Logitech si trasforma in un colosso dell’Hardware di ultima generazioe e nel 1995 arriverà a produrre 100 milioni di “topi” per computer e a fatturare 306 milioni di dollari, moltiplicando i suoi cloni negli stabilimenti di Taiwan, Monaco, Shanghai, Singapore e Svizzera.
Nel 1996, Pierluigi Zappacosta si è tuffato in una nuova avventura, dopo aver ceduto la fetta più ghiotta della sua creatura: la Digitalpersona, una nuova scommessa con il futuro! A una famiglia effettiva che, nella residenza di Atheerton (California) si è arricchita di tre figli, fa ora da contraltare la Digitalpersona, un’azienda che accomuna nell’entusiasmo l’intero nucleo familiare del teatino e che vede un progetto (sistemi neuronali per computer), prelevato direttamente dal Dipartimento Nazionale della Difesa.
La nuova scommessa dell’italoamericano si chiama “riconoscimento digitale” e rappresenta in parte il futuro e in parte già il presente della nostra tecnologia. Lo staff è tutto familiare: Enrica D’Ettorre è coadiuvata dal cognato Fabio Righi e dalla sorella Fiorella D’Ettorre,
Una scommessa che già si è trasformata in successo, con varie applicazioni all’uso comune.
Anche l’Italia però torna a diventare un pilastro della mente creativa di Zappacosta. Nel 2005 infatti egli rileva il pastificio Delverde, caduto in un baratro senza fondo, per risollevarne le sorti insieme ad altri soci locali. E’ l’ingresso in un mondo che pesca nelle radici più profonde di ogni abruzzese. E per ora rappresenta un’altra scommessa da vincere con il mercato.
15 dicembre 2011 at 10:52
Davvero un articolo interessante…è incredibile come una persona così grande sia così poco conosciuta nel nella nostra nazione.