L’effetto Forrester o effetto bullwhip è una della cause principali della variabilità della domanda all’interno della supply chain, approfondiamo di cosa si tratta in modo da evitarlo!
Spesso la variabilità della domanda aumenta muovendosi a ritroso nella supply chain per colpa del cosiddetto effetto Forrester (o effetto bullwhip, effetto frusta) per cui ogni attore della catena di fornitura tende a mantenere un livello di scorte superiore al necessario con la diretta conseguenza di fare, al proprio fornitore, ordini sempre più rari e cospicui. In altre parole una domanda di prodotti quasi costante da parte dei consumatori finali “arriva” al produttore con una distribuzione caratterizzata da periodi domanda molto limitata e picchi di richieste in periodi “di punta” con enormi costi inutili (cioè sprechi) legati alle difficoltà del livellamento della produzione e all’organizzazione delle operations e dei compiti logistici.
La seguente immagine dovrebbe rendere più chiara l’idea di come l’effetto Forrester influenza negativamente la distribuzione della domanda di prodotti e come questo effetto si aggravi all’aumentare del numero di intermediari tra il produttore e l’utilizzatore finale.
Uno degli indicatori più famosi per la valutazione dell’effetto frusta è il rapporto tra il coefficiente di variazione della domanda fatta al produttore e quello della domanda di prodotti da parte del consumatore.
Uno dei sette strumenti del value stream mapping è, appunto, il Forrester effect mapping che permette di analizzare l’entità di questo effetto.
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