La prima tecnica variety reduction program (VRP) consiste nel confronto tra parti fisse e parti variabili. Per ciascun prodotto si stabilisce una classificazione delle parti che lo compongono all’interno di una di queste due categorie. Per parti fisse si intendono le parti comunemente impiegate per soddisfare i requisiti funzionali di una varietà di modelli, mentre si chiamano parti variabili quelle parti che consentono l’adeguamento dinamico alle mutevoli esigenze del mercato. Questo concetto si applica quando si vuole contenere la varietà delle parti e dei processi anche nell’ambito di una diversificazione di prodotto.
Occorre tenere presenti tre concetti di fondamentale importanza:
- lo scopo di questa tecnica è la creazione di un diverso insieme di prodotti in modo da combinare le parti fisse (che formano la base dei gruppi di prodotti) con le parti variabili (che formano la base dei singoli prodotti);
- le parti variabili servono sostanzialmente a soddisfare le esigenze di mercato;
- le parti fisse rispondono principalmente alle esigenze di progettazione e produzione.
Una volta terminata la classificazione in parti fisse e parti variabili si procede ad identificare una struttura comune a diversi prodotti che, attraverso l’assemblaggio con altre parti variabili, danno origine ad un elevato numero di varianti. In questo modo si hanno due tipi di parti caratterizzate da due tipi completamente diversi di livelli di assorbimento da parte del mercato, tempi di produzione e quindi gestione della produzione. La struttura base è caratterizzata da un’elevata quantità di unità prodotte quindi sono possibili economie di scala e piccoli miglioramenti del processo produttivo possono portare a grandi risultati se moltiplicati per il numero di unità prodotte. Per quanto riguarda la produzione delle parti variabili, invece, la numerosità di parti realizzate è inferiore essendo diverse da versione a versione. In questo caso gli obiettivi della produzione saranno, tra gli altri, una riduzione spinta del lead time di produzione in modo da consentire di produrre le parti variabili solo in seguito alla richiesta del cliente senza superare i tempi consentiti dal mercato.
24 febbraio 2012 at 21:16
Complimenti…ottimo articolo!