Nonostante non passi settimana in cui la stampa digitale non parli di Jeff Bezos e delle sue imprese legate alla società Amazon, esistono ancora vari servizi completamente sconosciuti alla maggior parte degli utenti del web, soprattutto quelli italiani. Uno di questi è senza dubbio Amazon Mechanical Turk che si colloca a pieno titolo nell’ampio ventaglio degli AWS (Amazon Web Services). Sotto questo nome rientrano tutti quei servizi che incarnano il desiderio del fondatore di Amazon di trasformare il più grande negozio on-line in un “fornitore di tecnologia”. In termini più pratici e concreti, Amazon da qualche anno ha utilizzato il suo know how non solo per migliorare ed ottimizzare i propri processi logistici interni, ma anche per vendere servizi web (hosting, cloud storage, …) agli utenti.
Tornando a noi, il nome Mechanical Turk difficilmente ci farà intuire di cosa si tratta, quindi vediamo come è nato questo progetto per arrivare a capire quali siano i bisogni soddisfatti. Tra il 2004 e il 2005 Amazon stava valutando di dare la possibilità agli utenti di partecipare ai contenuti del proprio sito, inserendo fotografie, descrizioni e soprattutto recensioni dei prodotti acquistati. Questo aspetto avrebbe portato numerosi vantaggi, tenuto conto del crescente numero di prodotti disponibili. Prima di dare agli utenti la possibilità di caricare foto e contenuti che sarebbero stati visti da tutti i visitatori, allo stesso modo di quelli caricati ufficialmente dallo staff, era necessario controllarne il contenuto. Se il controllo pochi paragrafi di testo era un’attività facilmente automatizzabile con qualche lista di parole da censurare, il controllo di immagini e foto era decisamente più difficile. Per tale motivo da gennaio 2004 a novembre 2005 un team si dipendenti si dedicò allo sviluppo di un servizio che permettesse ad un un gruppo di persone di visualizzare quelle immagini e approvarne la pubblicazione dopo aver verificato l’assenza di contenuti pornografici o volgari. Il servizio ebbe così successo con il fondatore di Amazon che egli stesso decise di realizzarlo come un servizio a sè stante, dove anche altre aziende potessero inserire dei compiti (chiamati “hit”) e pagare un importo agli utenti che lo svolgessero.
Amazon Mechanical Turk è quindi un servizio dove gli utenti registrati possono accedere ad una lista di compiti non automatizzabili e che non possono essere svolti da una macchina, guadagnando denaro portandoli a termine.
Come è facile intuire, il tipo di attività è molto ripetitivo e poco intellettuale, di conseguenza l’importo che si può guadagnare non è molto alto. Per tale motivo AMT riscuote molto più successo nei Paesi in via di sviluppo rispetto a quelli occidentali, sempre tenendo conto che in Paesi particolarmente poveri potrebbero esserci notevoli difficoltà nel reperire strumenti informatici e connessione Internet, che restano essenziali per questo genere di lavoro. Naturalmente prima di essere pagati, i risultati sono soggetti ad una verifica da parte di chi ha richiesto l’attività. Amazon trattiene una commissione di circa il 10% sugli importi messi a disposizione da chi richiede il task. Per avere un’idea delle attività e dei compiti richiesti, vediamo qualche esempio:
- fare delle telefonate per richiedere delle informazioni, in una specifica fascia oraria;
- classificare lo stile di alcuni prodotti di moda ed abbigliamento;
- per una lista di aziende, indicare quanti seguono la relativa pagina su LinkedIn;
- indicare il tipo di tessuto di alcuni prodotti;
- determinare l’età delle persone in un set di foto;
La lista completa e aggiornata di quelli disponibili è accessibile da questa pagina.
Se alla fine vi steste ancora chiedendo il perché di questo nome, posso dirvi che si basa su un primitivo robot settecentesco in grado di giocare a scacchi. Naturalmente la CPU e tutti gli altri componenti elettronici (inventati ben più avanti) erano sostituiti da un nano nascosto all’interno del mobile 🙂
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