L’articolo odierno continua la carrellata di startup interessanti scovate in giro per il web. Dopo aver parlato di Aisle411 è ora il turno di Goodsie. Prima di continuare ricordo che, ovviamente, se volete consigliare delle startup di cui parlare siete più che i benvenuti.
Come ho detto la startup di oggi si chiama Goodsie e si tratta di un progetto che permette ad utenti relativamente entry-level di aprire un proprio store on-line dove vendere i prodotti. La definizione di utenti entry-level in questo caso è utilizzata in un senso abbastanza ampio ovvero tutti quegli utenti che vogliono vendere on-line i propri prodotti ma non hanno le conoscenze necessarie per programmare un proprio store oppure per installare una applicazione web nella parte di server che ospita il loro sito.
Goodsie is a hosted e-commerce service that allows you to quickly and easily set up shop online — no coding required. We offer beautiful layouts with point-and-click design customization, plus rich features for increasing your brand’s reach, such as Facebook storefronts and email marketing.
Anche l’utente più ignorante di programmazione web, quindi, può creare la propria piattaforma di vendita on-line in maniera facile, veloce ed intuitiva contando su uno dei vari layout già disponibili nel sito e senza preoccuparsi di tutte quelle procedure di validazione della sicurezza del codice dello store on-line.
L’idea non è particolarmente innovativa in quanto già da tempo esistono diversi CMS di e-commerce alcuni dei quali anche gratuiti ma devo dire che il team dietro a Goodsie ha fatto un buon lavoro sviluppando il sito in maniera intuitiva ed utilizzabile praticamente da chiunque.
La parte che non mi convince del tutto è quella del listino prezzi che, al momento, contiene solo due opzioni di cui quella più economica a 15€/mese. Tenuto conto che i costi legai allo sviluppo della piattaforma sono senza dubbio costi fissi, quindi indipendenti dal numero di utenti abbonati e visto che il target di clientela è praticamente quello dei venditori occasionali avrei certamente arricchito l’offerta con un abbonamento free con alcune limitazioni. Se guardiamo alle caratteristiche del business model, la soluzione dell’offerta cosiddetta freemium pare proprio la soluzione ideale.
8 novembre 2012 at 13:43
Interessante!