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articoli di management e gestione d’impresa in generale.

Attività chiave nel Business Model Canvas

Con questo articolo si conclude la serie legata alla compilazione della parte superiore del business model canvas. La parte inferiore, che riguarda le entrate e alle uscite economiche, verrà trattata tra qualche giorno completando questa breve guida alla compilazione del canvas.

Le attività chiave sono tutte quelle operazioni che fanno in modo che le risorse chiave e le relazioni con i partner possano essere utilizzate per generare la nostra value proposition. Dal punto di vista pratico ci viene incontro una delle più famose tecniche di project management: la work breakdown structure (WBS).

Work Breakdown Structure

Work Breakdown Structure (fonte http://commons.wikimedia.org/wiki/File:WBS_Team_Lightspeed.pdf)

Tale tecnica è una scomposizione delle macro attività del progetto in più sotto-attività, più dettagliate con lo scendere di livello fino ad arrivare alle attività elementari oltre il quale è superfluo procedere nella scomposizione (i cosiddetti compiti). La WBS è trattata da molti libri e la descrizione che se ne fa in questo articolo è ovviamente una semplificazione enorme. Sempre facendo fede al principio che impone di scrivere poco (e bene) nel business model canvas, quanto va riportato nel riquadro key activities non può che essere il primo livello della WBS, quello contenente un elenco di macro-attività. La ripartizione dei compiti e l’incrocio con i relativi addetti nel team di progetto è un’operazione che esula dagli scopi del business model canvas e non va considerata nel livello di analisi che stiamo facendo.

Quali Key resources per il nostro Business Model Canvas

Dopo gli articoli sulla compilazione della parte “orientale” del business model canvas continuiamo la serie affrondando il riquadro delle risorse chiave, o key resources.

La compilazione di queto modulo non è difficile. Si tratta, infatti, di considerare il nostro progetto e di individuare tutte quelle risorse che sono necessarie al trasferimento della nostra value proposition ai clienti. Deve essere chiaro che non si tratta solo di risorse economiche o umane.

Un elenco (non completo) di risorse di cui potremmo aver bisogno è il seguente:

  • risorse fisiche (auto, uffici, garage, magazzino, reparto produzione, parcheggio, pista automobilistica, …)
  • risorse intellettuali (includono essenzialmente i brevetti e le best practice in possesso delle aziende leader nei propri  settori)
  • know-how (si tratta, appunto, di avere le conoscenze operative necessarie a trasferire l’idea dalla mente alla realtà)
  • risorse umane
  • risorse finanziarie
  • risorse sociali (credibilità tra i potenziali clienti, un parco di follower nei social network, un’immagine aziendale spendibile sul mercato, …)

Come per i precedenti blocchi il segreto è quello di riuscire a riassumere molti concetti in poche parole. Questo concetto chiave nella scrittura del business model canvas vi permetterà di sfruttare a pieno le sue possibilità. Per poter individuare i punti deboli, le opportunità e le aree di possibile miglioramento è essenziale che il canvas sia schematico, nessuno ha mai creato qualcosa di nuono cercando di innovare un business plan di 150 pagine; per questo è necessario che tutto possa essere rappresentato su un unico foglio.

A lezione da Eric Ries (The Lean Startup)

Ecco un video interessante di un seminario sulle startup ed i motivi più comuni di fallimento tenuta da Eric Ries agli studenti di Stanford nella fine del 2009.

Individuare i fattori critici di successo (FSC)

L’individuazione dei fattori critici di successo (FSC) è il cuore di un’analisi SWOT. Inevitabilmente, infatti, il possesso o la mancanza di tali fattori genererà la lista dei punti di forza e di debolezza che compongono la matrice SWOT.

Dati per scontati i 6 consigli per un’efficace analisi vediamo alcuni esempi di fattori critici di successo, senza avere naturalmente la minima pretesa di completezza ma con lo scopo di chiarire le idee a chi si trova per la prima volta ad affrontatre una simile analisi:

  1. importanza del brand;
  2. notevole disponibilità economica;
  3. possibilità di praticare economie di scala;
  4. possesso di brevetti;
  5. superiore qualità di processo;
  6. migliori performance di marketing;
  7. rapporti consolidati con i fornitori chiave;
  8. disponibilità di dipendenti con adeguata formazione;
  9. estensione e performance dell’area distributiva;
  10. conoscenza nei processi tecnologici simili a quelli da implementare;
  11. capacità di reagire rapidamente ai cambiamenti;
  12. rapporti con i futuri potenziali clienti;
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