Dopo alcuni mesi di tira e molla è finalmente stato approvato il decreto sviluppo 2012 che mira ad incentivare la nascita di nuove startup (digitali e non) e a favorire la crescita nel Paese. Come fatto per la nascita delle società con semplificazioni per i giovani, pubblichiamo un elenco di articoli scelti dove è possibile approfondire le tante novità previste:
Ecco il comunicato stampa ufficiale di Palazzo Chigi:
Ed ecco un interessante sintesi a cura dell’ufficio stampa del Ministero dello sviluppo economico sul decreto Crescita 2.0
http://www.governo.it/backoffice/allegati/69362-8038.pdf
Puoi scaricare il documento completo cliccando qui.
Approfitto dell’articolo per qualche commento alle novità che verranno introdotte.
Obbligo di PEC per le imprese
Direi che questa decisione era già nell’aria da alcuni anni ed era stata anticipata con l’obbligo di dotazione di un account di Posta Elettronica Certificata per tutti gli Ordini professionali. L’idea è senza dubbio buona e potrebbe finalmente arrivare a mandare in pensione il FAX (residuo degli anni ’80 ma ancora ampiamente utilizzato tra le aziende nazionali) e, più avanti, anche la raccomandata.
Dal lato tecnico ed organizzativo sicuramente c’è ancora un po’ da fare (interfaccia grafica migliorabile, standardizzazione della ricevuta di accettazione e consegna, registro degli indirizzi, …) anche se devo dire che negli ultimi mesi mi pare che le cose stiano migliorando. Peccato che la posta elettronica certificata sia uno standard italiano e quindi non possa essere utilizzato completamente da quelle aziende che lavorano anche oltre confine.
Certificazione degli incubatori di imprese
Certamente l’idea è buona ed è necessario impostare un certo ordine anche tra le società di venture capital. Senza sapere bene i dettagli, però, è difficile esprimere un’opinione.
Snellimento della burocrazia per l’avvio di nuove startup
Lo snellimento della burocrazia, a mio parere, è uno degli aspetti fondamentali su cui deve lavorare il Governo Italiano. E’ solo di poche ore fa la dichiarazione dell’Ikea in merito all’apertura di nuovi negozi in Italia:
“In Italia servono nove anni per aprire, il doppio che in Europa”
Questa lentezza, negli anni, ha frenato moltissimo l’Italia e tutti coloro i quali hanno voluto investire nel nostro Paese che sono stati costretti a seguire un iter infinito spesso fatto di enti e uffici che esistono con il solo scopo di mantenere se stessi. Se è difficile investire in Italia per una multinazionale pensate quanto può esserlo per aziende più piccole.
Fondamentale anche l’apertura di Desk Italia per aiutare gli imprenditori del mondo ad investire in Italia.
Regolarizzazioni delle procedure di fallimento delle startup
Questo è un aspetto importate ed è corretto che sia stato considerato. Sia per l’altissima mortalità delle società classificate come start-up, sia per gli episodi di speculazioni che a volte accompagnano i momenti del fallimento societario in Italia.
Carta d’identità elettronica
Personalmente ho visto molte sperimentazioni legate al documento elettronico.
Credo che in questo caso sia più importante trovare uno standard (magari europeo) e seguirlo piuttosto che fare molte sperimentazioni, tutte davvero simili, che alla fine creano solo confuzione ed incertezza sul fatto che un documento sia o meno originale. Senza entrare nel merito della proroga della scadenza della carta d’identità che è stata fatta consegnado a tutti un bigliettino fotocopiato da allegare al documento che si commenta da sola 😉
Libri scolastici in formato elettronico
Questa può essere una novità positiva o negativa. Sicuramente deve essere abbattuto il cartello delle case editrici scolastiche che cambiano edizione ogni anno a libri aggiornati agli anni ’60 in cui cambiano solo i numeri di pagina per obbligare gli studenti ad acquistare la nuova edizione ogni anno. Viceversa non è detto che acquistando il libro in pdf e poi stampandolo a casa si risparmi. A mio avviso questo può portare ad un rapido aumento dei libri fotocopiati.
Io avrei affrontato il problema in maniera diversa. OK per i libri in formato digitale ma non sarebbe possibile che l’insegnante oppure un gruppo di insegnanti realizzasse un libro come avviene in molti corsi all’Università con le dispense? Prendendo il caso delle scuole superiori, apparte la suddivisione del programma tra i vari anni scolastici, gli argomenti affrontati sono praticamente gli stessi da almeno 20 anni. E’ così difficile per i professori fare una propria dispensa da distribuire agli studenti? tra i tanti vantaggi ci sarebbe quello che la dispensa rispecchierebbe al 100% il programma del corso, non come i libri da 500 pagine di cui a fine anno scolastico se ne sono affrontate sì e no 200!